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Il complesso nuragico di Palmavera


Cenni storici

Nel 1903 l'archeologo Antonio Taramelli assunse la direzione del Museo e degli Scavi di Antichità in Sardegna. La sua opera per il recupero e lo studio dei tanti resti dell'età nuragica decise un'attività di scavo iniziando dalla necropoli di Anghelu Ruju e dal vicino nuraghe Sa Lattara. Subito dopo decise di affrontare lo scavo del nuraghe di Palmavera che ai tempi si presentava come una distesa informe di pietre.
Questi scavi contribuirono anche a definire incontrovertibilmente la destinazione d'uso di questo complesso nuragico che era quello di dimora, evidente per la struttura del complesso e per i diversi materiali recuperati duranto lo scavo.
Non tutto ciò che possiamo vedere oggi di questo complesso nuragico fu però portato alla luce durante quegli scavi. Bisognerà aspettare oltre mezzo secolo, negli anni sessanta, per vedere ripreso il lavoro di scavo ad opera della Soprintendenza Archeologica per le Province di Sassari e Nuoro che ha portato alla luce l'ultima parte del villaggio nuragico; nello stesso periodo fu inoltre messa in opera la recinzione dell’area archeologica e fu creata la piazzola all’ingresso. Nel 1976 vennero ripresi gli scavi a cura del Prof. Alberto Moravetti, ma tuttora soltanto in alcuni punti sono stati raggiunti i livelli di base.
Il complesso nuragico di Palmavera fu costruito in tre epoche successive; la parte più antica (la torre principale ed alcune capanne) risale al periodo dal 1600 al 1300 a.c.; successivamente vennero edificati la torre secondaria, il bastione, il cortile interno e l'antemurale in un periodo che va dal 1300 al 1150 a.c.; la parte restante fu edificata nei 150 anni successivi.

Informazioni Turistiche

  • Tel.: 079 9944394; 329 4385947
  • Fax: 079 981101
  • email: info@coopsilt.it
  • web: https://www.coopsilt.it
  • orario: 9.00-19.00 (01/04-30/10) tutti i giorni
    10.00-14.00 (01/11-31/3) tutti i giorni
  • prezzo: € 3.0 (supplemento visita guidata: € 2.0)
    € 5.0 ingresso cumulativo con Anghelu Ruju
    gruppi di 20 persone e scuole medie e superiori: € 2.0. Scuole dell'obbligo € 1.50

Descrizione del complesso nuragico di Palmavera

Il complesso di Palmavera è costituito da un Mastio (la torre centrale più antica indicata nella figura sottostante con A), un Bastione, aggiunto in tempi successivi rifasciando il Mastio con una muraglia di forma ellittica irregolare, che include anche una torre secondaria (B), un cortile ed il corridoio d'ingresso con alcune nicchie. Tutto questo si trova al centro di una cinta muraria chiamata Antemurale di forma vagamente pentagonale con quattro capanne poste in quattro dei cinque vertici. Una di queste, di dimensioni decisamente maggiori è chiamata Capanna delle Riunioni (C).
Tutto intorno si trovano distribuite in maniera irregolare le numerose capanne del villaggio nuragico.
Veduta aerea del complesso nuragico di Palmavera
Occorre dire però che il villaggio che possiamo visitare oggi è solo una parte del molto più vasto villaggio originario, essendo andate perdute nel corso dei secoli le parti periferiche, sicuramente verso ovest e verso sud, la cui esistenza è testimoniata dai resti rinvenuti in occasione di lavori non legati al recupero archeologico.
L’ingresso principale al Bastione conduce ad un andito coperto dove troviamo una nicchia sulla sinistra, e quindi al cortile. Qui sono posizionati gli accessi alle due torri e al corridoio che porta all’ingresso secondario.
Il Mastio (A), eretto con blocchi di roccia calcarea, ha sezione circolare di diametro di circa 9 m. per un altezza di circa 8 m.
All'interno la camera principale, coperta a tholos è tuttora integra. Qui sono visibili due nicchie laterali e un'apertura a circa 3 m di altezza all'interno della quale era ricavata una scala per raggiungere il più modesto piano superiore.
Attraverso uno stretto ed alto corridoio si accede alla Torre secondaria (B). Ha una pianta circolare di diametro di circa 3.5 m. Anche questa torre era coperta a tholos, ma la volta è ora crollata. La camera presenta complessivamente 4 feritoie per prese d'arie e/o luce. A differenza dell'altra torre, questa è stata eretta con blocchi di arenaria, ma all'esterno presenta una copertura ancora in calcare, frutto probabilmente di un successivo intervento.
Come detto il Bastione è posto al centro di una cinta muraria chiamata Antemurale. Ai vertici di nord, nord-ovest e sud-est vi sono i resti di tre torri o capanne come vengono normalmente chiamate per via della loro destinazione d'uso. La capanna a nord era probabilmente preesistente e successivamente inglobata nella cinta. Una quarta capanna è posta al vertice di sud-ovest. Questa ha dimensioni decisamente maggiori delle altre e viene chiamata Capanna delle Riunioni. L'Antemurale ha una superficie di circa 880 mq. e presenta due accessi, a sud-est e a sud-ovest. All'interno lo spazio appare diviso in settori, attualmente tre, ma presumibilmente di più in passato.
Le mura hanno un'altezza non particolarmente elevata e per questo motivo si suppone che oltre alla possibile funzione di difesa potessero aver funzione di separare un nucleo della comunità (probabilmente i potenti del villaggio) dal resto della popolazione. Gli stessi studiosi ipotizzano che le tre capanne inglobate nelle mura potessero fungere da abitazione per la servitù dei potenti.
Nelle vicinanze dell'ingresso di sud-est è stata rinvenuta una ghiera circolare costituita da sei pietre trapezoidali in arenaria. Costituisce l'imboccatura di una cavità, verosimilmente un silos per la conservazione di derrate alimentari e prova l'esistenza di una capanna poi demolita all'atto della costruzione dell'Antemurale.
La cappanna del vertice di sud-ovest viene chiamata, come detto, Capanna delle Riunioni. Con il suo diametro interno superiore a 8.5 m. è la capanna più grande del villaggio.
Gli scavi che si sono succeduti nel corso degli anni hanno permesso di portare alla luce elcuni elementi che hanno confermato la desinazione d'uso della capanna; peraltro in altri villaggi nuragici della Sardegna è presente ugualmente una 'sala riunioni'. Lungo la quasi totalità della parete interna della capanna corre una cornice di pietra arenaria che fungeva da sedili. E' interrotta in un punto dove gli scavi hanno portato alla luce una specie di vasca (un piccolo spazio quadrangolare delimitato da lastre di pietra la cui funzione non è certa) ed inoltre dove è stato trovato un blocco di pietra lavorata con sei fasce verticali in rilievo tagliate da una banda trasversale, che verosimilmente fungeva da sedile, un seggio per la personalità più importante, che è stato chiamato 'tronetto'.
Al centro della capanna è stato rinvenuto un basamento circolare sopra il quale si trovava un modellino di nuraghe. L'originale è stato rimosso e conservato al Museo Sanna di Sassari sostituito sul posto con una copia.
All'esterno dell'Antemurale erano situate le capanne del villaggio. la parte oggi recuperata che si trova all'interno della recinzione occupa una superficie di 7250 mq.
Il villaggio di Palmavera oggi conta una cinquantina di capanne tra abitazioni ed altre adibite ad usi differenti (recinzioni per animali, stoccaggio ecc.). Gli studi hanno portato ad ipotizzare che il villaggio complessivamente contasse tra le 150 e le 200 capanne, considerando le aree certamente andate perdute e quelle inesplorate (per esempio dove oggi ci sono i pini). Quasi tutte le capanne, qui come negli altri villaggi nuragici della Sardegna, sono a pianta circolare. Fanno eccezione nel complesso nuragico di Palmavera un ristretto numero di capanne a pianta rettangolare tutte locate nell'area a sud-est dell'antemurale. La superficie interna varia da meno di 6 mq. a 30 mq., naturalmente esclusa la Capanna delle Riunioni che ha un'estensione di 62 mq. La copertura era realizzata con pali di legno e frasche.
Sotto al pavimento di numerose capanne sono stati trovati vasi ancora integri che venivano utilizzati come contenitori per derrate o liquidi ed erano stati interrati con la bocca al livello del terreno chiusa da una pietra forse per non impegnare spazio vitale. Durante gli scavi sono stati recuperati reperti e materiale in grande quantità. Si tratta di oggetti in ceramica come tegami, ciotole, vasi brocche ecc., bronzi come ad esempio armi (spade, pugnali), strumenti di lavoro (accette, punteruoli, e scalpelli ecc.), oggetti ornamentali (bracciali, anelli, spille ecc.) e persino un amo da pesca. Furono rinvenuti anche oggetti in osso ed in pietra (macine ed amuleti).

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