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Necropoli di Anghelu Ruju


La necropoli di Anghelu Ruju, la più grande necropoli della Sardegna, si trova in località Li Piani a 9 km. dal mare. In questa zona si trova la più vasta concentrazione di ipogei preistorici della Sardegna.
La necropoli, uno degli esempi di "Domus de Janas" (letteralmente casa delle fate o delle streghe) risalente al Neolitico, fu scoperta nel 1903 durante gli scavi per la costruzione di una casa colonica all'interno delle tenute Sella e Mosca. Alcuni reperti qui trovati (un cranio ed un vaso nella fattispecie) furono fatti esaminare dall'archeologo Antonio Taramelli che proprio in quell'anno aveva assunto la direzione dell'Ufficio delle Antichità in Sardegna. Verificata la provenienza preistorica dei reperti già l'anno dopo si dette il via agli scavi nell'area che portarono alla luce i primi 10 ipogei. Altri 21 furono scoperti successivamente durante una nuova serie di scavi effettuati a partire dal 1908 durante i quali furono anche recuperati reperti in numero particolarmente ingente.
La storia della necropoli fu poi segnata da altri due momenti importanti; nel 1936 l’archeologo Doro Levi fece un'altra serie di scavi che permisero di individuare 4 nuove tombe; nel 1967 infine Ercole Contu, durante i lavori di manutenzione resi necessari dallo stato di degrado della necropoli scoprì altre 3 tombe portando così il numero complessivo delle domus de janas di Anghelu Ruju a 38. I reperti raccolti durante gli scavi sono oggi conservati nel Museo Nazionale Sanna di Sassari.
In quegli anni il terreno nel quale si estende la necropoli fu donato da Sella e Mosca al Comune.
La natura del terreno costituito da arenaria ha favorito lo scavo delle celle funerarie, anche se lo strato inferiore più duro ha impedito di svilupparle in altezza. Le aperture sono di due tipi, a pozzetto o a dromos, quasi sempre munito di gradini all’imboccatura. La pianta delle tombe, tranne una che è monocellulare, è di norma piuttosto articolata. Soprattutto le tombe con apertura a dromos presentano la caratteristica di avere una cella d'entrata più ampia, probabilmente usata per cerimonie funebri ed altre celle minori utilizzate per la sepoltura.

L'area della necropoli è recintata, ma l'ingresso è libero.

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