Chiesa di San Michele ad Alghero
Cenni storici
La chiesa di San Michele nelle forme attuali sorse a partire dal 1661 costruita sopra su una preesistente costruzione dedicata allo stesso San Michele, cui faceva capo la più vasta area cimiteriale della città, che si estendeva fino alle mura, a ridosso della Porta San Giovanni.La vecchia chiesa venne donata dal vescovo Baccallar ai Gesuiti giunti ad Alghero nel 1584 per prendere possesso di un lascito del ricco decano algherese Carrovira, a condizione che questo fosse impegnato per la costruzione di un collegio gestito dalla Compagnia del Gesù.
I lavori cominciarono nel 1589 proprio con la realizzazione del collegio in un area attigua alla chiesa dove precedentemente era stato collocato un cimitero poi trasferito accanto alla cattedrale.
La nuova chiesa venne invece realizzata tra il 1661 ed il 1675, sotto la direzione del genovese Domenico Spotorno, sopra alla vecchia struttura preesistente. I lavori si protrassero a lungo e la costruzione fu portata a termine solo nei primi anni del XVIII secolo grazie a una nuova donazione, questa volta da parte del capitano dell'esercito spagnolo Jeronimo Ferret. Una lapide fu murata sul lato destro della chiesa a ricordo e ringraziamento per questa donazione.
Il collegio cessò l'attività nel 1774 quando fu adibito a caserma, in seguito allo scioglimento della Compagnia del Gesù da parte del Papa Clemente XIV.
In tempi molto più recenti, nel 1950, i Gesuiti, tornati ad Alghero, acquistarono parte dell'edificio per destinarlo diversi anni dopo ad ospitare una biblioteca e l'associazione di volontari che la gestisce.
La chiesa e la cupola hanno subito l'ultimo recente restauro nel 2007.
Gli interni
La facciata della chiesa è piuttosto semplice e liscia, mossa solamente da da tre ampie finestre rettangolari e dal portale ligneo sormontato da un bassorilievo in marmo con due sculture raffiguranti l'Annunciazione e, poco più in alto sotto alle finestre, un altorilievo che simboleggia lo Spirito Santo.Caratteristica della chiesa è la parte terminale dietro all'altare maggiore a pianta obliqua rispetto al resto della chiesa, forzatura forse dovuta al rispetto di vincoli della chiesa preesistente.
L'interno della chiesa è a navata unica con volta a botte. La navata è suddivisa da archi trasversali che poggiano su colonne corinzie.
Ai due lati della navata si trovano tre cappelle per lato.
Sul lato sinistro sono degne di nota:
- la cappella dedicata alla Madonna Immacolata. Coperta da una volta a botte, presenta riquadri con scene della vita della Madonna. Nel dipinto principale la Madonna è rappresentata con i piedi sulla luna e contornata da angeli.
- la cappella dedicata a Sant'Ignazio di Loyola. Bello in particolare l'altare monumentale che contorna il grande dipinto raffigurante il Santo in estasi, realizzato nel 1678.
- la cappella dedicata a San Francesco Saverio. Il dipinto rappresenta il santo in cammino, mentre con le mani si apre la veste sul petto; sopra al dipinto c'è la scritta "Satis, Domine, Satis" che significa "Basta, Signore, Basta". A sinistra troviamo una lapide policroma in marmo che ricorda Girolamo Ferret, benefattore della chiesa e del collegio.
- la cappella dedicata a San Michele, a cui è intitolata la chiesa, nella quale si trova una grande statua lignea che lo ritrae mentre sconfigge Satana, incatenato sotto i suoi piedi.
- la cappella dedicata alla Madonna della Freccia nella quale si trova un grande dipinto del 1652 e sotto di esso una nicchia col simulacro della Vergine di Valverde. Alla Madonna della Freccia era infatti intitolata la prima chiesetta dove ora sorge il santuario di Nostra Signora di Valverde, a pochi chilometri dalla città.
Sull'altare maggiore è presente un Crocifisso settecentesco di autore spagnolo, mentre nel grande dipinto posto al centro dell'altare è raffigurato l'arcangelo Michele, il santo a cui è intitolata la chiesa e che è anche il Santo Patrono della città di Alghero.
Sopra la porta di ingresso è presente una cantoria in legno policromo con, al centro, il monogramma IHS ("Iesus Hominum Salvator").
La cupola della chiesa, divenuta col tempo uno dei simboli della città di Alghero, ha una pianta ottagonale impostata su un alto tamburo retto da pennacchi.
La cupola è stata rivestita esternamente nel 1950 da mattonelle policrome realizzate su disegno di Antonio Simon Mossa e Filippo Figari.