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Il Medioevo: La Nascita di Alghero


L’origine della cittadina di Alghero risale al basso Medioevo, intorno ai primissimi anni del XII secolo ad opera della famiglia genovese dei Doria. Il luogo dove fondare un borgo abitato venne scelto ovviamente per le caratteristiche del territorio, la vicinanza di un grande porto naturale, fondamentale per la promozione dei commerci, nonché per la possibilità di difesa del territorio.
Non molto si conosce dei primi secoli di storia del piccolo borgo salvo il fatto che, per le ragioni stesse alla base della scelta del territorio, fosse fortificato. Questo non impedì tuttavia di essere attaccato e distrutto dai pisani nel 1282, ma solo due anni più tardi, all’indomani della disfatta pisana nella battaglia della Meloria, tornò sotto il controllo della repubblica marinara di Genova ed in particolare dei Doria.
Alghero restò così sotto il controllo della repubblica marinara genovese sino a metà del XIV secolo. In questo periodo il borgo inizialmente limitato a poche case esistenti all’interno delle mura, si si estese sino a comprendere un'area corrispondente all'attuale centro storico. Lo sviluppo fu agevolato anche dalla presenza di una ricca falda acquifera, cosa non così comune sull'isola; alcuni vecchi pozzi ancora presenti in zona.
La vita della comunità sviluppatasi in questo agglomerato urbano era basata su attività coomerciali che sfruttavano il porto che la collegava costantemente con Genova e Marsiglia e pare anche in parte sulla pesca del corallo che poi veniva commerciato nei mercati orientali.
Lo sviluppo di Alghero all’ombra della repubblica marinara genovese era però destinato ad essere bruscamente interrotto a metà del XIV secolo a causa della politica espansionistica dei Catalano-Aragonesi. La posizione della Sardegna, a quei tempi strategica, all'interno del bacino del Mediterraneo, spinse quel popolo al tentativo di conquista dell'isola, individuando a questo scopo in Alghero uno degli approdi strategici da conquistare. Nel 1353, l’Aragona dichiarò quindi guerra a Genova e inviò la propria flotta verso il mare di Sardegna alla conquista di Alghero.
Alla flotta Catalano-Aragonese si alleò anche Venezia ed il 27 di Agosto la flotta di navi Aragonesi e Veneziane sconfissero quelle Genovesi nella battaglia navale nella baia di Porto Conte. Tre giorni dopo l’ammiraglio Bernat de Cabrera, comandante della spedizione, entrò trionfalmente in Alghero occupandola militarmente.
Questa prima occupazione ebbe però vita breve perché già il 15 ottobre dello stesso anno l'esercito di Mariano IV d'Arborea riconquistò Alghero trucidando l’intera guarnigione che era stata lasciata dal Cabrera quale presidio della città.
La reazione degli Aragonesi purtuttavia non si fece attendere ed una nuova spedizione militare con a capo lo stesso re d’Aragona Pietro IV detto il Cerimonioso, partì alla volta di Alghero nell’estate del 1354.
Il 9 Novembre, dopo un lungo assedio, gli Algheresi si arresero e gli Aragonesi poterono prendere nuovamente possesso della città.
Tra le dure condizioni imposte dal vincitore ci fu la deportazione della popolazione originaria, ridotta in schiavitù, nella penisola iberica e nelle Baleari. Alghero venne quindi ripopolata da catalani ed aragonesi invogliati ad emigrare nell'isola dai privilegi concessi loro.
Da questo momento iniziò la storia di Alghero catalana, un vero e proprio centro catalano in terra sarda.

Alghero Catalana


Per 50 anni la colonia catalana di Alguer, come ribattezzarono Alghero, dovette convivere col pericolo rappresentato dagli attacchi delle truppe sarde inviate dai giudici d’Arborea nel tentativo di liberare l’area dai dominatori catalani. Ma nessun pericolo serio corsero in realtà fino alla notte tra il 5 ed il 6 maggio 1412, quando l'ultimo Giudice di Arborea Guglielmo III di Narbona tentò di conquistare la città con circa 500 uomini tra cavalieri e balestrieri francesi ed un manipolo di Sassaresi. Nella notte diedero l'assalto alla rocca ed erano quasi riusciti a penetrare all’interno dell’abitato quando furono affrontati dall’intera popolazione algherese che, prese le armi, riusci a respingerli sino alla ritirata all'interno della torre dello Sperone (oggi la torre di Sulis). Ma dopo la resa furono tutti trucidati.
Da allora ogni anno fino al XVIII secolo, nel giorno di San Giovanni di Porta Latina, si è celebrato un rito a ricordo della vittoria sull'invasore francese intonando tra l'altro le note di "Les Cobles de la conquista dels Francesos", una canzoncina popolare che potete ascoltare nel video qui sotto nell'interpretazione di Alessio Langella e Panta Rei.



Negli anni successivi all'evento cruento del 1412 la colonia catalana di Alghero visse un periodo relativamente florido e tranquillo anche se l'incremento della popolazione residente continuava ad essere un problema e solo pochi nuclei alla volta accettavano il trasferimento sull'isola e solo a fronte di concessione di immunità e privilegi.
Nel 1420 ospitò addirittura per alcuni mesi il re Alfonso V il Magnanimo trasferitosi sull'isola per meglio controllare le operazioni militari in Sardegna, in Corsica e nel regno di Napoli.
Nel frattempo Alghero viveva una fase di costante sviluppo economico grazie al suo porto ed anche ad una comunità ebraica che, grazie ad un privilegio reale del 1332, si era trasferita ad Alghero e che, nel 1336 ottenne la concessione per costruire una torre in Alghero: l'attuale Torre di Porta Terra o, appunto, Torre degli Ebrei.
Lo sviluppo fiorente di questa comunità durò sino al XV secolo, quando l’unificazione delle corone d’Aragona e di Castiglia in Spagna generarono una diversificazione negli interessi della corona che si ripercossero su Alghero.
Il decreto di espulsione degli ebrei del 1492 determinò inoltre la perdita della componente più attiva della popolazione finché, nel 1485, Ferdinando il Cattolico decretò la fine di Alghero come colonia, concedendo anche ai sardi, la cittadinanza. Era la fine del popolamento forzoso catalano ed aragonese ad Alghero.

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