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Il Neolitico e l'Antichità


Le prime tracce di vita in questa zona della Sardegna sono state rinvenute non molto tempo fa nella grotta Verde. Si tratta di reperti risalenti al Neolitico (5000-6000 anni avanti Cristo), che costituiscono alcune tra le più antiche testimonianze rinvenute in Sardegna sino ad ora.
Vi sono poi evidenze di presenza umana nel periodo che va dal 3000 al 1500 a.c. in altri due punti della zona di Alghero. Il primo in località I Piani, dove si trova la necropoli neolitica di Anghelu Ruju, uno degli esempi di "Domus de Janas" (letteralmente casa delle fate o delle streghe) di cui è ricca la Sardegna. La necropoli fu scoperta nel 1903 durante gli scavi per la costruzione di una casa colonica all'interno delle tenute Sella e Mosca. Tutti i principali reperti trovati in queste tombe sono conservati nel Museo Nazionale di Cagliari.
Altri ipogei a domus de janas si trovano poi in altre parti del territorio algherese. Tra questi ricordiamo il più importante, quello di Santu Pedru, in località Scala Cavalli, sulla provinciale per Ittiri.
Il secondo punto dove sono state rinvenute testimonianze neolitiche si trova lungo la litoranea per Bosa, in località Cala Bona. Qui, in una grotta chiamata del Macciòni, furono ritrovati diversi scheletri oltre ad armi ed utensili di uomini e donne vissuti nel terzo millennio prima di Cristo.
La presenza della civiltà nuragica nel territorio algherese è testimoniata inoltre dai resti di più di 100 nuraghi ancora esistenti, che fanno della zona di Alghero una di quelle a più alta densità di nuraghi della Sardegna.
Tra tutti i nuraghi di questa zona il più importante è quello di Palmavera, non solo per le dimensioni, ma anche per il grado di conservazione.
Assai scarse sono, al contrario, le tracce della presenza fenicio-punica. Tracce di uno dei primi insediamenti fenici furono scoperte nel 1952 col ritrovamento dalle stele funerarie del Lazzaretto presso il nuraghe Palmavera, oggi esposte al Museo Sanna di Sassari.
Si può inoltre ricordare il ritrovamento di una necropoli con suppellettili puniche (datata dal 3° al 1° secolo a.C.) e di una stele anch'essa di tipo punico avvenuto presso Porto Conte. Tra i resti attribuibili al periodo fenicio-punico ricordiamo infine un bronzetto ritrovato a circa venti chilometri a nord-est di Alghero, di una figura maschile col caratteristico copricapo a punta oggi conservata al Museo Nazionale di Cagliari.
Poco numerose sono anche le tracce della dominazione romana. Le troviamo per esempio nei pressi di Porto Conte, dove in località Sant’Imbenia rimangono i resti di una villa con annesso impianto termale della seconda metà del 1° secolo d.C. Alcuni scritti riportano di siti urbani lungo una strada che da Turris proseguiva verso Bosa, passando per Nure, da intendersi verosimilmente come genitivo di Nura (Nurra), la cui localizzazzione è incerta (forse nella zona di Porto Ferro, forse in zona più interna). Ciò che è arrivato sino a noi sono solo alcuni resti di una città romana in località La Purissima, alla periferia orientale di Alghero.

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